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Citerna

Chiesa di S. Maria in Pistrino

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La chiesa di Santa Maria in Pistrino è menzionata per la prima volta in un atto di compravendita di un terreno il 6 settembre 1273. Prima di questa data la stessa è documentata con la denominazione di chiesa di Sant’Andrea di Pistrino (precisamente in documenti del 1155 e del 1188).
Fino al 1936, anno in cui venne costruita la più ampia e spaziosa chiesa del Sacro Cuore di Gesù, la chiesa di Santa Maria è stata la chiesa parrocchiale di Pistrino.
L’architettura della chiesa è tipicamente romanica con pianta rettangolare, copertura a capriate e sormontata da un semplice campanile a vela.
Risale ai primi anni del XX secolo la scoperta di numerosi affreschi votivi sotto lo strato d’intonaco e , proprio a agli anni ‘30 ammontano i primi lavori di restauro effettuati dal Prof. Alessandro Bianchini della Regia Soprintendenza all’arte medievale dell’Umbria. Questi lavori hanno anticipato i più importanti avvenuti negli anni ’80 con il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali e della Soprintendenza di Perugia.
Dai restauri è emerso un ciclo di pregevoli affreschi votivi che percorrono tutte le pareti interne della chiesa, realizzati tra la fine del XV secolo e l’inizio del XVI secolo.
Questo ciclo conta di ben diciassette affreschi inseriti in omogenee cornici dipinte, alcuni perfettamente conservati e altri meno; sono stati inoltre attribuiti a importanti scuole: quella di Pietro Vannucci, detto il Perugino (1448 ca-1523), a quella di Benedetto Bonfigli (1420 ca-1496) e alla scuola senese della fine del 1400.
Nella parete di fondo, ai lati del semplice altare in pietra locale sormontato da una olio su tavola con la Madonna Assunta in cielo (XVI sec.) di autore ignoto, possiamo ammirare due affreschi ben conservati nei quali sono impresse a sinistra, la Madonna della Misericordia e a destra, la Crocifissione.
La Madonna della Misericordia è stata attribuita alla scuola di Benedetto Bonfigli e alla scuola perugina della fine del Quattrocento inizi Cinquecento; al di sotto della rappresentazione è impressa l’iscrizione: Quest’opera fe fare le donne de Pestino […] la quale fu fatta [colle elem]osine MD...XI.
La Crocifissione (seconda metà del XVI sec.) invece è stata attribuita alla scuola del Perugino proprio per le nette somiglianze con la Crocifissione in Santa Maria dei Pazzi a Firenze dipinta da Pietro Vannucci.
Nella parete di sinistra, proprio in prossimità dell’altare, è un frammento di affresco con l’immagine del Martirio di San Sebastiano protettore della peste.
Di fronte a questo è affrescato Sant’Antonio Abate dipinto con il simbolo tipico della tradizione toscana, il cinghiale ai suoi piedi. Accanto c’è un frammento di sinopia con l'immagine di S. Rocco, e di seguito un frammento di S. Girolamo nel deserto. Segue il San Cristoforo con il Bambino riconducibile a scuola umbra datato 1536 come è impresso nell’iscrizione sottostante; […] Ducci 1536 e ancora il ritratto di Santa Maria Maddalena e l’affresco di Santa Lucia ai piedi del quale si legge l’iscrizione […] fe fare la moglie di Nanni. Ancora un frammento di San Giovanni Battista, una Madonna del latte in posizione eretta che presenta questa iscrizione: Questa opera fe fare l’erede de Dino de Matteucci di Pistrino. Seguono tre piccole figure di santi: S. Antonio da Padova, S. Bernardino da Siena (1527) con l’iscrizione Questa figura fe fare il Dindella e i fratelli, e un frammento di San Cristoforo con il Bambino. L’ultimo affresco della parete di destra è una Deposizione con un'iscrizione deteriorata ma in parte ricostruibile [Quest’opera fe ] fare […] e il Pantana.
Sulla parete di fondo possiamo ammirare gli ultimi due affreschi del ciclo: una Madonna con Bambino (1530) e un frammento di San Rocco.